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Neue Elfsilber (V-VII)

Posted by Anna Maria Curci su ottobre 31, 2021

Neue Elfsilber (V-VII)

 

V

Giacché l’amore è piaga ed è sutura,
rimbocca i lembi che pure separa.
Dietro le spalle sussurra tenace
le piccole virtù lungo il sentiero.

 

VI

Se guardi da vicino non è immoto
(non arrendersi al piombo, dare tempo)
ma volteggia al suo ritmo e al peso d’aria
sul gambo di cicoria il fiore azzurro.

VII

Fibra a fibra ha spartito e riaccostato
colei che aveva le dita di rosa.
Nello gliommero in cerca di promesse
distingui tu ora il verso ora il racconto

 

Anna Maria Curci
14 luglio – 31 ottobre 2021

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Neue Elfsilber (I – IV)

Posted by Anna Maria Curci su luglio 9, 2021

Neue Elfsilber (I-IV)

 

 

I

Ritorneranno i tempi del sorriso
che affianca la salita all’Aventino.
Senza arroccarsi, con una risata
lasciare indietro borse ormai bisunte.

 

II

Mio padre mi chiamava Ifigenia
(in Aulide sul palco in terza media).
Nella sua burla riconosco il vero
di una pietà ch’è vincolo comune.

 

III

Tra lantane e melangolo s’aggira
la lucertola rame di messaggi.
Dalle ninfee ha carpito il ritornello:
se non t’immergi non peschi la perla.

 

IV

Giardini d’astri hanno perduto il sonno,
si specchiano nell’erba spelacchiata.
Grattano umani tronfi e sbaragliati
la tigna di un assedio inconcludente.

 

 

Anna Maria Curci
24 giugno – 9 luglio 2021

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CLXXI

Posted by Anna Maria Curci su giugno 29, 2019

Gesù scaccia i mercanti dal tempio. Opera attribuita a Jacopo Ponte detto Bassano – Varese, Museo d’arte moderna e contemporanea

 

CLXXI

 

Quand’è che principiammo a destinare
la fragranza del pane a chi latrava,
quand’è che dismettemmo madre e padre,
che chiamammo sorgente il cherosene?

 

Anna Maria Curci
29 giugno 2019

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Bianco sporco del caglio e s/cabotaggio

Posted by Anna Maria Curci su febbraio 9, 2019

Léon François Comerre, Cabotage; da www,artnet.com

 

bianco sporco del caglio e s/cabotaggio

 

bianco sporco del caglio e s/cabotaggio
affini infidi e pur sempre compagni
nei giorni di canicola e di merla
di vampe enfiate eterno immaturare

 

Anna Maria Curci
9 febbraio 2019

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kit di sopravvivenza

Posted by Anna Maria Curci su febbraio 5, 2019

kit di sopravvivenza

dosi massicce di sopportazione
sordina a false rivendicazioni
sguardo rivolto al cielo o a un filo d’erba
un libro spalancato o uno spartito

 

Anna Maria Curci
5 febbraio 2019

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Mio padre in bianco e nero

Posted by Anna Maria Curci su novembre 2, 2018

 

Glenn Ford e Joseph Cotten in The Money Trap (1966) da qui

Mio padre in bianco e nero

Non solo i grandi divi, pure gli altri
tutti li conoscevi e disquisivi:
era meglio Glenn Ford o Joseph Cotten?
Li hai poi incontrati ai “cancelli del cielo”?

 

Anna Maria Curci
2 novembre 2018

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Elfsilber, LXXI

Posted by Anna Maria Curci su novembre 23, 2015

foto amc

Elfsilber

LXXI

Ma noi abbiamo verità e bellezza,
o almeno ci illudiamo, costeggiando
increspature, balze, lidi altrui,
d’essere immuni dalla perdizione.

 

Anna Maria Curci
23 novembre 2015

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Elfsilber – LXIII

Posted by Anna Maria Curci su ottobre 13, 2015

 

 

Luigi Simonetta, Vicolo

Luigi Simonetta, Vicolo

Elfsilber

LXIII

Davanti a quella porta, mascherata,
sta l’insipienza mia, aspetta e chiede.
Ma confonde i quesiti e gli argomenti
e il tipo allo sportello è a fine turno.

Anna Maria Curci
13 ottobre 2015

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20 Elfsilber

Posted by Anna Maria Curci su ottobre 11, 2014

Luigi Simonetta, Poetessa che piega un foglio

Luigi Simonetta,
Poetessa che piega un foglio

20 Elfsilber

I

Come un accento a voce claudicante
balza e s’arresta il limite del giorno.
Taglieggia tra le sdrucciole e le piane
e tronca si riveste soluzione.

II

Raccogli panni e polvere a tentoni
(volteggia cencio bianco in dissolvenza).
Increspate le reti a ranghi storti,
pesca a strascico appare soluzione.

III

Non mette conto di narrare cruccio
se questo è tenue al cospetto di strazio
carta vetrata che sfalda ogni giorno
anche il sorriso imbe(ci)lle e tenace.

IV

Hai diviso, sezionato, riposto,
glossato e modulato con l’artrosi.
Suii piedi e le misure le escrescenze
si spingono, arrendevole reclamo.

V

Al portatore d’acqua non si chiede
di narrare di sé e della sua fonte.
Sorda sete che s’avventa sul secchio
scansa polvere suole e passi stanchi.

VI

«Lassez!» soleva dire, inascoltato.
La si faccia finita col teatro
le baruffe bassotte flatulente
il bolo sbalestrato ma conforme.

VII

Alacre in automatico, pedala
il postino obiettore (ma è coscienza?)
all’ennesimo sorgere del sole.
Ardore d’ordinanza occulta resa.

VIII

Nell’interludio tra le glaciazioni
s’inorgoglisce l’uomo, si fa centro.
Pesce rosso nella boccia di vetro
è invece e a malapena se ne avvede.

IX

Voi che apprezzate solo di sfuggita
(non vi si chieda altro, veh, non licet)
siete fermi al morbillo della spunta,
quella sociale esiliata all’occhiata.

X

Quando, strazio negli occhi e mente scossa,
apre Augustus Snodgrass quel taccuino,
avanza di buon grado anche il sorriso.
Non lo sperava, ma si allarga breccia.

XI

Quei rondinotti rannicchiati all’Elba
sono cresciuti, si son fatti corvi.
Non gracchiano, starnazzano eleganti,
librano versi telecomandati.

XII

A scrivere si va, furiosamente,
col contagocce o piena senza presa.
Senza pudore scimmmiotta il lenzuolo
l’ardire di coperta rimboccata.

XIII

Voi che l’ardire lo intestate a terzi
che visibili ansiosi poi abdicate
non vi basta tastare le mie piaghe
fare la doccia con le mie macerie.

XIV

Discreto, torni a chiedermi dell’ora,
quando ti ridarò… che ti ho prestato?
Non ha più suono la luce che filtra,
vano o spicchio, anticamera di pace.

XV

Canticchiare con le gambe conserte,
mettere i saldi per non stare soli
indaffararsi con stridio di specchi.
La pietra sa che ci prendiamo in giro.

XVI

Quando noi scendevamo alla marrana
(adesso non c’è più, bonificata)
scansavamo con cura i ciclamini
e coglievamo con ardore serpi.

XVII

Rimescolava i tarocchi sgranati
(i servi intanto azionavano leve).
Disse: «Io credo alla bontà dell’uomo»,
poi diede un morso e ritornò in trincea.

XVIII

Se le frontiere diventano ponti,
scorre limpida l’acqua a dissetare,
la fionda e cerbottana sono un gioco,
David smette di imitare Golia.

XIX

Entusiasti, mi strappate un sorriso.
I polpastrelli nella tinta rosa,
le fronti fieramente corrugate,
la bottega di sogni a cielo aperto.

XX

Puoi scambiare stupore con sgomento
se è l’orizzonte a venirti incontro.
Quando riprende il volo la speranza,
cocciutamente sai che non è fuga.

Anna Maria Curci
(11 gennaio – 2 ottobre 2014, con un balzo indietro al 29 aprile 2013 e una dedica a Vincenzo Errico)

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